Bed and Breakfast I Camuni

Via S. Rocco, 7 25044 Pescarzo di Capo di Ponte (BS)

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La storia della casa dove ora si trova il Bed and Breakfast

Il B&B "I Camuni" (la casa dei Berte) è situato al centro del borgo medievale di Pescarzo, piccola frazione di Capo di ponte.

Questa casa contadina fu costruita solo ed esclusivamente con materiali locali: La sabbia derivava dagli scavi che si eseguivano adiacenti alla casa e pertanto molto spesso risultava essere terra più che sabbia. La si trasportava sul luogo dell'utilizzo con una specie di portantina in legno.

 

Le pietre erano estratte dalle cave delle "Rie" località situata appena sopra Pescarzo, caricate sulle "priale" Queste erano lunghi legni di abete chiamati "lese", agganciati al dorso del cavallo o dell'asino per essere trainati oppure, in alternativa, caricati sulla slitta trainata da persone. La malta era composta dalla sabbia e dalla "calsinò"

 

Trattavasi di materiale ottenuto mettendo il calcare, anch'esso estratto da una roccia del paese, in una grande fossa, detta "calcherò" , nella quale c'era il fuoco che lo cuoceva; quello che ne usciva era un materiale molto denso.

La copertura dei tetti era in "Ardesia" ricavata dalle cave di "Lunprat", Località situata sopra Pescarzo. Questa ardesia aveva la caratteristica di essere molto sottile, a differenza di quella utilizzata per i pavimenti che risultava molto più alta per consentire il passaggio dei carri carichi di fieno o di cereali tipici, trainati da cavalli o mucche.

Questo tipo di pavimentazione era usato nelle aie, nelle cucine, nelle scale e per i davanzali. Nelle camere invece, si usavano tavole in legno di larice o castagno. Nelle stalle fatte a volti c'era il selciato ("ris").

 

 

La casa era abitata da due famiglie ed era così suddivisa: un´aia ("erò"), tre stalle davanti alle quali c´era un piccolo orticello, due cantine ("involch"), due cucine composte dal focolare sopra al quale era posto il seccatoio per le castagne ("grat") in modo che il fumo del fuoco velocizzava il processo di essiccazione finito il quale le castagne erano portate al mulino per produrre la farina per fare la polenta, il lavandino di pietra ("sigger") e una piccola credenza di legno ("cradensò") per i piatti, le stoviglie e una piccola dispensa; inoltre c'erano cinque camere, il fienile e il solaio: tutte le stanze erano comunicanti internamente attraverso scale di pietra o di legno.
La canalizzazione dell'acqua non c'era e di conseguenza si prendeva dalla fontana con i secchi; per rendere l'operazione più facile, si usava il "quasol" (legno che si appoggia sulla spalla, caratterizzato da intagli posti alle estremità, nei quali si appoggiava il manico del secchio).

Per sostituire la luce elettrica si usavano piccoli lumini a petrolio. Per quanto riguarda il riscaldamento si andava nella stalla in mezzo al calore delle mucche, delle pecore, delle capre, del maiale, dell'asino e del cavallo.

 

La giornata tipo:

la mattina ci si svegliava alle 5:30 per nutrire gli animali, mungere le mucche e portare il latte al caseificio del paese. Subito dopo si andava alla santa messa. Dopo di che si rientrava per la colazione la quale era composta da polenta, latte, formagella e uova. Poi ci si dedicava al lavoro in campagna: si coltivava patate, granoturco, orzo, frumento, segale, grano saraceno e canapa per fare la stoffa.

Nel periodo da marzo a ottobre il paese si svuotava perché si trasferivano tutti nelle cascine con gli animali. Qui si faceva il fieno per procurarsi l'alimentazione animale da utilizzare durante tutto il periodo invernale, curavano la vite e aravano i piccoli campi con la forza animale delle mucche.

 

La sera, dopo il rientro dal lavoro, si dava di nuovo da mangiare agli animali, si mungevano le mucche e si portava il latte al caseificio. Ormai giungeva l'ora di cena dove tutti si riunivano per gustare quella misera cena composta solo da minestra con il lardo, patate e castagne bollite.

Dopo cena la famiglia si riuniva nella stalla alla quale si univano altre famiglie del paese e, insieme si recitava il santo rosario. Si andava a dormire molto presto per svegliarsi al mattino di buon ora.

 

 

Nel periodo di Natale, si uccideva il maiale con lo scopo principale di procurarsi il cibo per tutto l'anno, per esempio il lardo per fare la minestra.

I vestiti erano tutti fatti in casa, persino le scarpe.

 

 

 

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